ECCHICE SEMO I MEIO DER MONNO

ECCHICE SEMO I MEIO DER MOMMO. ROMA CAPUT MONDI. TUTTE E STRADE PORTENO A ROMA.
LA CITTA' ETERNA.

mercoledì 7 dicembre 2011


Le pensioni, o meglio il sistema previdenziale è stato quasi totalmente distrutto: ormai, con questa ultima riforma ...sleale, si potrà avere un assegno pensionistico decente solo dopo i 70anni, sarà sconveniente investire in riscatto pensionistico, ma varrà la pena scegliere altre strade.
Ormai chi potrà preferirà crearsi una sua forma alternativa di pesione, perché tutti ci potremo trovare nella necessità di dover smettere di lavorare prima dei 70anni.
A questo punto non rimane che puntare sulle assicurazioni e conviene iniziare presto, da giovani: per gli altri rimarranno pensioni da fame, miseria nera da terzo mondo.

giovedì 30 giugno 2011

Lettera di una cittadina qualunque a Rotondi: “Sono dispiaciuta per le difficoltà in cui versa”


Sono davvero dispiaciuta per le difficoltà economiche in cui versa, per le spese di trasferta ( tutte rimborsate), per i compensi dei portaborse (probabilmente suoi parenti). Davvero assurdo mantenere la sua famiglia con solo 4mila euro mensili. Poverini i suoi figli, non avranno di che sfamarsi, quest’anno niente vacanze. Perchè prima di dire tutte queste stupidaggini non pensa? Perchè non si confronta con le persone che tutti i giorni devono affrontare problemi reali con stipendi al limite della sopravvivenza; che non possono permettersi non un lusso, ma il semplice acquisto di un capo di biancheria intima, ma non in un negozio, ma su una bancarella di un mercatino. Decidere di dover comprare il latte anziché il pane, semplicemente perché non si può. Lavorare fino a tardi per 10 euro in più. Dover pagare le medicine salvavita pur essendo esenti. Dover sempre dire di no ai propri figli, perché altrimenti non ci sono i soldi per pagare le bollette. Vivere alla giornata, sperando e pregando di non dover affrontare imprevisti perché non c’è abbastanza denaro per sopravvivere. In fondo però sono fortunata, non ho portaborse a cui corrispondere salari, non devo pagare i conti delle trasferte, non vado neanche in vacanza, non me lo posso permettere. Provi Signor Ministro a vivere la mia vita per un giono, insieme a quella di milioni di italiani che hanno l’unico peccato di aver messo persone come lei a governare il nostro paese; che è un grande paese a dispetto di tutti e di tutto, pieno di persone oneste e lavoratrici e ne vado orgogliosa. Nonostante le mille difficoltà, io mi addormento la sera certa di aver fatto il mio dovere, non so se lei può fare altrettanto.
Doriana Francescangeli

sabato 12 febbraio 2011

AEROPORTO FRANCESCO BARACCA CENTOCELLE

Francesco Baracca nacque il 9 maggio 1888 a Lugo di Romagna (RA); nel 1907 entrò all'Accademia militare di Modena, dalla quale uscì due anni dopo con il grado di sottotenente. Nel 1912 conseguì il brevetto di pilota in Francia, a Reims, a cui seguiranno i brevetti italiani civili e militari. Nel 1914 venne assegnato al Battaglione Aviatori. La prima vittoria arrivò il 7 aprile del 1916 nel cielo di Medeuzza: fu la prima vittoria di Francesco Baracca, ma anche la prima vittoria ufficiale dell'Italia nel conflitto.


Nel 1917 adottò come insegna personale un cavallino rampante di colore nero.
Il 19 giugno 1918 decollò per quella che sarebbe stata la sua ultima missione: venne abbattuto sul Montello e i suoi resti vennero trovati dopo quattro giorni. A Baracca fu intitolato il primo aeroporto italiano, l'aeroporto di Centocelle.

A Lugo di Romagna, nella sua casa natale, sorge il museo a lui dedicato, che contiene il caccia francese SPAD VII su cui Baracca conseguì una delle sue vittorie, numerosi cimeli personali e documenti dell'epoca, oltre a un aereo FIAT G91Y dono dell'Aeronautica Militare Italiana, recentemente restaurato dal "Gruppo Amici Velivoli Storici" di Torino: sul fianco della fusoliera reca l'emblema personale di Baracca, il Cavallino Rampante, donato dalla madre di Francesco ad Enzo Ferrari quale stemma delle vetture di Maranello.

mercoledì 2 febbraio 2011

Centocelle ebbe un grande sviluppo con la nascita e lo sviluppo dell'adiacente ed omonimo aeroporto, il primo aeroporto italiano, entrato ufficialmente in funzione il 15 aprile 1909 quandoWilbur Wright venne a dare una serie di dimostrazioni del Flyer. Parte dei villini che in esso ancora si ergono erano le abitazioni del personale militare, ufficiali e sottufficiali dell'aeroporto. Proprio per la presenza di questo obiettivo militare la zona fu fatta oggetto di numerose incursioni aeree alleate nel corso della Seconda guerra mondiale. La successiva urbanizzazione della città ridusse l'operatività dell'aeroporto ad eliporto.

lunedì 31 gennaio 2011


              


Dopo la caduta della Roma Imperiale, passando per il periodo medievale durante il quale l'arcibasilica lateranenze prese proprietà della "tenuta di Centocelle" , non si hanno più chiare notizie su ciò che accadde nel territorio occupato dall'attuale Q.XIX. Alcuni scritti di fine '800 descrivono Centocelle come una vasta tenuta che si estendeva al partire dal 4°km , da Porta Maggiore, dell'antica via Labicana (attuale via Casilina). Dunque in questo periodo essa doveva apparire come un'ampia zona di campagna contraddistinta da poche case, pochi abitanti, con pochi alberi e aperta fino ai Colli Albani, disseminata di ruderi e acquedotti romani. Alcuni vogliono che questo quartiere prenda il nome di Tor San Giovanni. Questo perchè L'Arcibasilica Lateranenze, dopo averne presa proprietà, la registrò nel suo catasto con quel nome, che è anche il nome di un'antica torre nelle vicinanze, oggi conosciuta anche con il nome di Torraccia. Durante i primi anni del '900 la Torraccia, divenuta tristemente famosa per un fatto di cronaca, era meta delle numerose gite fuori porta della borghesia romana. In seguito quest'ultimi, per lo più imprenditori, presero possesso di gran parte della zona da proprietà ecclesiastiche. Andava così formandosi, durante gli anni '20, un borgo di natura rurale. Nel 1921 vi risiedevano 29 famiglie a cui furono assegnati altrettanti lotti di terra da un ettaro e mezzo ciascuno. E rimase così fino agli anni '40, durante i quali Centocelle appariva come una vera e propria piccola città giardino. Le vie cominciavano a prendere forma attuale con disposizione ortogonale, anche se in terra battuta e senza impianti fognari per il deflusso delle acque piovane. Nascevano in quel periodo i vari nomi floreali: via dei Platani, via delle Robinie, p.zza dei Mirti, etcc.... . Le strade apparivano effettivamente come vie floreali grazie ai vari giardini delle case private che le costeggiavano. Sempre in quegl'anni il quartiere non era ancora ben collegato con il centro di Roma distante 7 km. Fu così che, anche grazie alla nascita (fine anni '30) e lo sviluppo dell'aereoporto militare di Centocelle, andò creandosi lungo la via Casilina la Tramvia "Tor pignattara-Torre Nuova- Palestrina-Fiuggi-Frosinone" con una stazione all'altezza di Centocelle, detta delle "Vicinali", e una diramazione a P.zza dei Mirti. Sempre negl'anni '40 fu eretta la grande chiesa parrocchiale dedicata a San Felice da Cantalice che ancor oggi costituisce un elemento centralizzante della vita collettiva. Il Quartiere nei decenni successivi subisce una forte espanzione. A partire dal secondo dopoguerra, il Q.XIX è andato sviluppandosi annullando le primitive lottizzazioni con modifiche radicali alla morfologia architettonica delle case. I primitivi villini, spesso ad un solo piano, conservando il loro giardino, subirono trasformazioni dovute a restauri o per necessità abitative, dando loro un aspetto variegato. Accanto iniziarono a sorgere, durante i successivi anni '60-'70, i grandi palazzi ad abitazione intensiva lungo le vie principali e non solo. Si consideri che nel 1971 la somma degli abitanti delle così dette borgate storiche, tra cui Centocelle, superò il milione di unità. Centocelle veniva così ad assumere l'aspetto che tutti noi oggi possiamo osservare. Nel contempo andavano sorgendo altre strutture di natura culturale religiosa quali chiese, oratori e scuole. Nonostante il notevole sviluppo il Quartiere è riuscito a conservare, pur se rarefatte, le antiche consuetudini e abitudini del vivere romano: il forno dei dolci, le vecchie osterie, l'oratorio con le sue attività ricreative e religiose.

sabato 29 gennaio 2011

               
CARISSIMA MILVIA  HO AGGIUNTO DEI PICCOLI PARTICOLARI  SO' CHE SARAI FELICE X ME!!!!!!!!    OVVIOOOOOOOOOOO
         
TI FACCIO NOTARE QUEL PICCOLO PRESEPE  SULLA SINISTRA  UN PO' DI LIBRI
UN PACCHETTO DI SPAGHETTI CHE NON DEVONO MAI MANCARE
       E IL SOPRAMOBILE DEGLI INNAMORATI 
                 

                                          L'ANGOLO DELLA LETTURA

ADESSO E COSI'